lunedì 29 dicembre 2008

Sfoglia di ricotta speck e semi di papavero

Oggi è un giorno di festa... perché arriva SiLviA con la sua mamma qui da noi a Padova! Il programma è andare insieme a Venezia a fare un giretto e, spero, fare tante foto artistiche!!! Per il menu ho preso ispirazione da Brodo di Giuggiole, sarà un menu semplice e veloce, ma nello stesso tempo saporito ed energetico!

Ingredienti

un rotolo di sfoglia | 30 g di ricotta (io ne ho messi 200!) | 100 g di speck | 100 g di scamorza affumicata | latte | 1 uovo | sale, pepe, noce moscata | un filo di olio extravergine d'oliva | una manciata generosa di semi di papavero


Preparazione

Come tutte le sfoglie, la preparazione è velocissima. Accendete il forno a 180-200°. Stendete la pasta sfoglia in una teglia rotonda, bucherellate il fondo con una forchetta. Lavorate a lungo la ricotta con un cucchiaio o una forchetta, per renderla morbida, allungatela se necessario con un filo d'olio e qualche cucchiaio di latte, fino ad ottenere una crema molto morbida. Salate leggermente e aggiungete un pizzico di noce moscata. Tagliate lo speck a strisce sottili, quindi unitelo alla ricotta, mescolando bene. Stendete il composto sulla sfoglia, disponete sopra delle fettine di scamorza affumicata, facendo in modo da lasciare libero il centro della torta - questa non l'ho capita, quindi ho coperto anche il centro, scusa Moscerino ;) - distribuite sopra i semi di papavero. Ripiegate i lembi di sfoglia in eccesso (come nella foto), quindi spennellate con l'uovo sbattuto. Infornate per circa 20 minuti o fino a doratura.

domenica 28 dicembre 2008

Crema di zucca al rosmarino

Finalmente le tanto attese ferie invernali! Da oggi posso fare programmi e riprendere in mano tante questioni accantonate per sfinimento da iperlavoro. Prima bisognava ingranare al ritorno dalle ferie estive, poi l'esame di specialità, poi di nuovo superlavoro pre-ferie natalizie... insomma, sono sfatta! E saranno mesi che non riesco a leggere un libro che non sia di medicina, o a guardare un film senza cadere svenuta sul divano, o fare un giretto per svago senza il magone del giorno dopo che incombe... E oltretutto ho trascurato il nostro blog!!! Ho tante di quelle ricette da sperimentare, già copiate in bozza, che non avete un'idea!

Cominciamo con un abbinamento vincente!

Crema di zucca al rosmarino

400 g di zucca | 4 patate medie | 2 cipolle bianche e 1 rossa | 2 pomodori | 2 rametti di rosmarino | 2 dadi vegetali | olio evo | acqua (tale da coprire la verdura per metà) | pepe per guarnizione

Lavate e tagliate a pezzetti la verdura. Ponetela in una pentola dai bordi alti e cucinatela a fuoco vivo con olio extravergine d'oliva, dado e rosmarino, acqua fredda. Quando la verdura sarà cotta e avrà raggiunto la cremosità desiderata, spegnete il fuoco e frullate il tutto fino ad ottenere una crema.



Servite la crema calda con i frollini al parmigiano di Erborina in cucina. Per la ricetta vi rimando al post di SiLviA che li ha già sperimentati. Buon appetito!!!

P.S. Stasera fa un freddo polare, nulla di meglio di una zuppetta calda!

mercoledì 24 dicembre 2008

Vigilia di Natale

La vigilia di Natale, per il secondo anno consecutivo, sarò ospite di Anna&Sandro. Quest'usanza è davvero carina, l'anno scorso abbiamo trascorso una splendida serata, con scambio reciproco di piccoli pacchettini regalo. Quest'anno ho deciso di fare dei regali da vera foodblogger, ovvero delle marmellatine, una di frutta, e l'altra di verdura da accompagnare ai formaggi. Dato il periodo, credo che sia indicato ri-proporre la marmellata di arance, che mi piace abbinare cromaticamente alla composta di cipolle rosse e aceto balsamico di Il Gatto Goloso e alla marmellata di cipolle rosse di Pippi, in Io... così come sono...


Composta di cipolle rosse e aceto balsamico
(Il Gatto Goloso)

Ingredienti:

400 g di cipolle rosse di Tropea
200 g di zucchero semolato
1 cucchiaio abbondante di miele
200 ml di aceto balsamico
1 cucchiaio di sale fino

Sbucciare le cipolle e tagliarle a rondelle piuttosto sottili.
Metterle in una casseruola con il resto degli ingredienti e far cuocere, senza coperchio, per circa 1 ora mescolando di tanto in tanto.
Sterilizzare i vasetti e versarvi la confettura bollente.



Marmellata di cipolle rosse di Tropea
(Pippi - Io... così come sono...)

Ingredienti:

1/2 kg cipolle di tropea
1 mela grattugiata
300 g zucchero
il succo di 3 limoni



Tagliate a fettine sottili le cipolle, mettetele in una casseruola con il succo del limone e la mela grattugiata, fate cuocere per una mezz'oretta o comunque finchè le cipolle non diventano morbide, versate quindi lo zucchero e cuocete ancora una mezz'ora, facendo infine la prova del piattino.


Rinnovo a tutti i miei auguri più sinceri.


lunedì 22 dicembre 2008

Buon Natale!


Merry Christmas! Joyeux Noël! Feliz Navidad! Fröhliche Weihnachten!


Oggi parto per l'Italia e non so quanto mi dedicherò al blog durante le vacanze, quindi approfitto per salutare tutti voi che passerete dal nostro blog e augurarvi buone feste e un felicissimo 2009!
Silvia

domenica 21 dicembre 2008

Pranzo di (quasi) Natale

Io e Ru siamo in partenza per l'Italia, per passare le feste con i nostri genitori, quindi passeremo il Natale separati. Allora oggi abbiamo pensato di fare un pranzetto natalizio anticipato fra di noi. Ecco il menù (poiché ho già pubblicato la ricetta di quasi tutte le portate, qui riporto solo quella dell'antipasto che è l'unico nuovo esperimento)!


Antipasto: frollini al parmigiano di Erborina

Qualche giorno fa, vagabondando per i blog, ho letto questa bella ricetta di Erborina (il cui blog mi piace davvero molto) e mi è subito venuta voglia di provarla. Può essere benissimo un antipasto natalizio, se si scelgono le formine giuste!
Purtroppo siamo quasi in partenza e quindi non ho a disposizione molti ingredienti: quindi per necessità e/o per voglia di sperimentare ho fatto qualche piccolo cambiamento.
Devo dire che sono venuti davvero carini e molto buoni.

Ingredienti:
Burro salato 80 g
Farina 125 g
Parmigiano grattugiato 100 g (io ho mescolato anche un po' di ricotta infornata)
Pepe 1 pizzico
Sale 1 pizzico
Zafferano in polvere 1 pizzico
guarnizione:
spezie: io ho usato pinoli, semi di papavero, semi di finocchietto e semi di aneto.
la ricetta di Erborina prevede anche 1 uovo sbattuto (che purtroppo non avevo)





Preparazione:
1 Mescolate insieme in una ciotola la farina, lo zafferano, il burro a temperatura ambiente, sale e pepe. Impastate con le dita fino a quando l’impasto non diventerà liscio e senza grumi. Aggiungete il parmigiano e impastate ancora fino ad amalgamare completamente gli ingredienti.
2 Stendete l’impasto con un matterello e ritagliate tanti frollini di diverse forme. Spennellate con dell’uovo sbattuto (io ho omesso questa parte) e spolverate la superficie con diverse spezie.
3 Disponete i frollini su una teglia foderata con della carta da forno ed infornate a 180º per 10 minuti.





Primo: spaghetti alle vongole


Secondo: calamari ripieni e insalata


Dessert:
panettoncino con gocce di cioccolato e uvetta dell'altromercato.



domenica 14 dicembre 2008

Pasta al nero di seppia e calamari affogati

Visto che adesso ho ha disposizione ancora 24g di nero di seppia, non posso non provare a fare la pasta al "nìvuro di siccia"!

"Da qualche tempo il commissario s'era addunato che Adelina, se lui era teso, turbato, nirbùso, in qualche modo l'intuiva da come lui al matino lasciava la casa e allora gli faceva trovare piatti speciali che gli risollevavano il morale. Quel giorno Adelina era entrata in azione, sicché Montalbano trovò pronto in frigo il sugo di seppie, stretto e nero, come piaceva a lui. C'era o no un sospetto d'origano? L'odorò a lungo, prima di metterlo a scaldare, ma magari questa volta l'indagine non ebbe esito."
da Il cane di terracotta di Andrea Camilleri [pag. 143]

Pasta al nero di seppia


Ingredienti:
100g di pasta lunga
200 g di pomodori maturi
1 seppie di media grandezza
1 spicchio d'aglio
1/2 bicchiere di vino bianco
olio
sale & pepe.

Preparazione:
Pulite bene la seppia, badando a non rompere il sacchetto contenente il nero (che metterete da parte), e tagliatela a striscioline fittissime. Soffriggete in tegame nell'olio, l'aglio intero o a pezzetti, ed aggiungete il pomodoro spellato e senza semi. Appena si sara' appassito aprite con attenzione il sacchetto del nero facendo scolare il suo contenuto nel tegame. Aggiungete la seppia, rimescolate bene e sfumate col vino. Allungate il sugo con un bicchiere d'acqua, abbassate la fiamma e lasciate cuocere per mezz'ora circa. Lessate la pasta al dente e condite nella zuppiera con la salsa nera.

Questa ricetta è ripresa dal sito vigata.org che a sua volta la trae da La cucina tradizionale siciliana di Anna Pomar. Sul blog di Gloricetta ho appena scoperto l'esistenza di questo libro con 150 ricette tratte dai romanzi di Camilleri: inutile dire che cercherò di procurarmelo al più presto: NIVURO DI SICCIA, LE RICETTE ISPIRATE ALLE AVVENTURE DEL PIU' ASTUTO COMMISSARIO SICILIANO, Trenta editore.

questa immagine è tratta dal calendario di ERBEROSSI 2006 ed è stata fatta da Diramazioni (Jessica e Lucio). Di tutto il (bellissimo) calendario, che continuo a tenere in cucina e a girare ogni mese, questa forse è la mia immagine preferita ed è proprio quella di dicembre!

e per secondo...

Calamari affogati

Ingredienti:

1 cipolla
1 spicchio d'aglio
500g di calamari
1/2 bicchiere di vino bianco
150g di polpa di pomodoro (io ho usato la conserva di pomodoro di mio papà)
10 olive verdi snocciolate
un po' di capperi
un pezzettino di sedano
prezzemolo tritato
peperoncino
sale & pepe

Preparazione:
Soffriggete l'aglio e la cipolla. Appena dorati aggiungete i calamari puliti e tagliati a pezzi.
Quindi, dopo averli fatti insaporire pochi minuti, aggiungete 1/2 bicchiere di vino bianco. Aggiungete quindi: la polpa di pomodoro, le olive verdi snocciolate ed a pezzettini, 1 cucchiaio di capperi, il sedano verde affettato sottilmente, il prezzemolo trito, sale e peperoncino. Cuocete a fiamma bassissima per circa 60 minuti, controllando spesso che ci sia il sughetto. Altrimenti aggiungete un po' d'acqua.
Ho ripreso e riadattato la ricetta da qui.

Buon quasi-compleanno a Ru...





Glossario culinario IT - DE - EN:
calamaro, m. = der Kalmar, m. (ma in svizzera è anche Calamari)= squid, n.
oliva, f. = die Olive, f. = olive, n.
peperoncino, m.= der Paprika, m. = red/hot pepper, n.


sabato 6 dicembre 2008

Torta di mele di Gloricetta

Domenica scorsa mi sono svegliata con la voglia di torta di mele. Avevo annotato la ricetta di Gloricetta. L'ho un po' reinterpretata, aggiungendo amaretti sbriciolati al posto del cardamomo, ingrediente a me ancora completamente sconosciuto (ma prima o poi lo proverò), e riducendo un po' le dosi di zucchero e burro.

1 kg scarso di mele | 2 limoni bio | 3 cucchiai di zucchero | 3 uova | 150 g di zucchero | 300 g di farina | 125 g di burro | 200 g di latte | 1 bustina di lievito | 1 pizzico di sale | la scorza di un limone grattuggiato | qualche amaretto sbriciolato


Sbucciate e dividete a spicchi le mele. Ponetele in una ciotola con il succo di un grosso limone, 3 cucchiai di zucchero e gli amaretti sbriciolati. Mescolate bene alcune volte e lasciate macerare. Le mele resteranno bianchissime e profumate di limone.

Sbattete bene le uova con un pizzico di sale, lo zucchero e il cardamomo. Aggiungete la farina, poca per volta e unite all'impasto la buccia grattugiata del secondo limone, il burro fuso e il latte tiepido (poco per volta) nel quale avrete fatto sciogliere il lievito.
Rivestite uno stampo quadrato di carta forno inumidita e strizzata.

Versate l'impasto nella tortiera e disponete sulla superficie tutte le mele premendole con il palmo delle mani perchè possano entrare un pò nell'impasto.

Infornate a 180° per circa 45 min. Ponete la torta, dopo averla sformata, su di una gratella a raffreddare...

Mi ero quasi dimenticata di lei, ma il risultato è stato talmente delicato, mooolto apprezzato dai miei ospiti, che la torta è finita in un boccone! Non potevo non riproporvela.

venerdì 5 dicembre 2008

Seppie in nero!

Oggi sono passata da un supermercato lussuoso di Zurigo in cui si trovano gli ingredienti più impensabili: è il supermercato di un grande magazzino molto elegante in cui si possono anche fare un sacco di assaggini! I banchi dei prodotti freschi (come carne, formaggi, affettati, pesce) sono perfetti con tutti i pezzi diposti in ordine, in modo quasi coreografico. Ogni 2 metri c'è una gentile commessa pronta a decantare i pregi di un formaggino o a farti provare una tartina. È talmente ordinato e perfetto da mettere a disagio! In questo posto si possono comprare prodotti davvero particolari e spesso anche sfusi. Inutile dire che i prezzi rispecchiano l'aspetto lussuoso del negozio.

In ogni caso, visto che in Svizzera al banco del pesce in genere non vendono il nero di seppia o le seppie non pulite (e data la mia passione per le seppie con il nero!!) ho deciso di farci un giro per vedere se almeno lì si potesse trovare! E infatti, al modico prezzo di 8.90 franchi (circa 6 euro) mi sono portata a casa ben 32 grammi di inchiostro di seppia diviso in 8 bustine! Non si può dire che sia un affare, ma oggi volevamo festeggiarci e viziarci un po'!

Quindi stasera: seppie in nero alla veneziana (che buone quelle che mangiavo a Padova a casa di Vera e Ru e di loro zia!).

Anche se le seppie alla veneziana non sono proprio uguali alla pasta con il nìvuro di siccia del commissario Montalbano, fedele alla mia "linea editoriale" riporto lo stesso un brano da "Il giro di boa" nel quale mi rivedo molto, visto quanto sono golosa di seppie nere!

“Io lo sapeva” disse l’omo.
“Che cosa?”.
“Che doppo tanto firriari sarebbe vinuto qua. L’ aspittavo”.
Evidentemente in paìsi si era sparsa la voci della sua viacruci in seguito alla chiusura della trattoria abituale.
“E io qua sono” fece asciutto il commissario.
Si taliarono occhi nell’ occhi. La sfida all’ ok corral era lanciata. Enzo chiamò un cammareri:
“Apparecchia per il dottor Montalbano e stai attento alla sala. Io vado in cucina. Al commissario ci penso io pirsonalmente”.
L’ antipasto fatto solo di polipi alla strascinasali parse fatto di mare condensato che si squagliava appena dintra alla vucca. La pasta col nìvuro di siccia poteva battersi degnamente con quella di Calogero. E nel misto di triglie, spigole e orate alla griglia il commissario ritrovò quel paradisiaco sapore che aveva temuto perso per sempre. Un motivo principiò a sonnargli dintra la testa, una specie di marcia trionfale. Si stinnicchiò, beato, sulla seggia. Appresso tirò un respiro funnuto.
Doppo lunga e perigliosa navigazione, Ulisse finalmenti aviva attrovato la sò tanto circata Itaca.
Andrea Camilleri, Il giro di boa (pag. 80-81)



Ingredienti:
1kg si seppie con la loro vescichetta di nero
1 cipolla
2 spicchi d'aglio
prezzemolo tritato
1 bicchiere di vino bianco secco
olio extravergine d'oliva
1 cucchiaio di passata di pomodoro
sale & pepe

Preparazione:
Soffriggere nell'olio una cipolla e uno spicchio d'aglio tritati, aggiungere le seppie, salare, pepare e far rosolare.
Aggiungere prezzemolo tritato, un mestolo di passato di pomodoro, il nero di seppia, 1 bicchiere di vino bianco secco, incoperchiare e lasciar cuocere fino ad ottenere una consistenza del sugo leggermente cremosa.


Glossario culinario IT - DE - EN:
seppia, f. = der Tintenfisch/e, m. = sepia, n.
aglio, m. = der Knoblauch, m. = garlic, n.
cipolla, f. = die Zwiebel, f. = onion, n.
prezzemolo, m. = die Petersilie, f. = parsley, n.
pomodoro, m. = die Tomate/n, f. = tomato, n.

lunedì 1 dicembre 2008

224º fiera di santa Caterina

Questo weekend niente ricette: infatti sono stata a trovare i miei in Italia e ho approfittato per rivedere la fiera di santa Caterina, dalla quale mancavo da un po' di anni... È solamente una festa paesana come tante altre, ma in fondo ci sono davvero affezionata e per me è sempre un po' speciale.
Alle elementari la maestra ci portava sempre il venerdì della fiera a vedere le bancarelle e poi, il lunedì dopo (visto che sabato si stava a casa da scuola) dovevamo consegnarle il tema. Mi ricordo ancora: lo intitolava sempre "colori, sapori e profumi della fiera di Santa Caterina".
Il tema comunque non riusciva a rovinarci l'atmosfera: ci piaceva moltissimo camminare per il paese e vedere tutte le lucine accese, i banchetti delle caramelle, dei salumi, dei formaggi, dei prodotti regionali e ci sembrava già di essere vicini a Natale.
Alcune cose sono cambiate, ma altre sono rimaste immutate negli anni, come il signore con i baffoni che fa il torrone (a volte mi domando se ha anche lui 224 anni come la fiera...),...


... le bancarelle con i cinghiali che ci incuriosivano tanto da piccoli, ...


... l'odore dello zucchero filato, il freddo penetrante e umido di fine novembre...

... purtroppo quest'anno però mancava il venditore di rimedi per i calli con la sua esposizione di foto di piedi e perfino il venditore di piatti alla bancarella sul ponte, che di solito si scatena facendo piccoli spettacoli (e rompendo più piatti di quelli che vende), sembrava piuttosto sottotono...

Tornare a girare per le bancarelle della fiera è comunque sempre bello, sembra di tornare indietro nel tempo ed ecco qui, dopo tanti anni, un altro temino sulla fiera di santa Caterina...

domenica 30 novembre 2008

Venice bacari tour

Ieri sera, sfidando il freddo e la pioggia, temerarie, abbiamo trascorso una serata diversa, all'insegna del recupero delle tradizioni venete, o meglio veneziane: ovvero, il giro dei bacari (piccole osterie), all'ora dell'aperitivo. In questi locali tipici si beve qualche bicchiere di vino e si mangiano cicheti, sfiziosi antipastini a base di verdurine e pesce fritto, crostini, baccalà, polpette... e tra una sosta e l'altra si passeggia per calli e campielli, scoprendo la Venezia nascosta, quella dei veneziani.

Ecco alcuni suggerimenti:

Osteria al Ponte La Patatina

Ostaria al Ponte

Osteria Alla Vedova, Ca' D'oro
30131 Venezia
3912 Ca' D'Oro
0415285324



martedì 25 novembre 2008

Micromuffins!!!

Che dire??? Nulla... Semplicemente da provare!


Ingredienti:

2 uova | g 140 farina 00 | g 140 zucchero | g 50 cacao amaro | g 250 ricotta vaccina | g 50 latte | 1 bustina vanillina | 1 bustina di lievito vanigliato in polvere | 1 pizzico sale | 1 cucchiaino scorza d'arancia essicata e tritata (oppure scorza di arancia fresca grattugiata) | 2 cucchiai scorze d'arancia candite in tocchi.






Mettere tutti gli ingredienti, tranne le scorze candite, in una ciotola e amalgamateli bene.
In ogni pirottino mettete un cucchiaino d'impasto e un pezzetto di scorza d'arancia candita, poi infornate a 165° per 8 minuti.
Con questa dose vengono una settantina di micromuffins..




Tratto da Cookaround...

Arance candite

Oltre ai dolcetti di Natale, domenica mi sono cimentata anche in qualcos'altro... C'era in ballo una "festa" a sorpresa per un compleanno, potevo tirarmi indietro? No di certo! Cominciamo col preparare la guarnizione... Le arance candite! (tratto da Cookaround).

Ingredienti per circa 3 barattoli:

2 kg di arance biologiche
1 kg zucchero
0,75 l acqua

Tagliate le arance, pulite dai semi ma con tutta la buccia, in tocchetti di circa 2 cm.
Mettetele in una pentola inox dal buon fondo spesso, insieme all'acqua e allo zucchero e portate ad ebollizione mescolando di tanto in tanto. Fate cuocere fino a ridurre il volume della metà.
Invasate in barattoli di vetro e conservare in frigo, una volta freddati.

domenica 23 novembre 2008

Dolcetti internazionali di Natale

Siamo state invitate a partecipare al concorso di Giallo Zafferano "Sapore di Sfida 2 - Dolcetti di Natale" finalizzato a raccogliere ricette di Natale, nuove, inventate e rielaborate, e abbiamo accettato molto volentieri!


L'idea che ci è venuta è quella di raccogliere alcune ricette di dolci appartenenti a diverse tradizioni che in qualche modo fanno parte della nostra vita da raccogliere in un cesto di Natale... un po' internazionale (un po' come il nostro blog)!




Honiglebkuchen (biscotti di miele e zenzero)
Questi biscotti dal nome tedesco, probabilmente di origine austriaca, sono tradizionali della zona di Trieste e dell'Istria e della Dalmazia. La cucina di queste regioni è estremamente particolare perchè influenzata da quella italiana, austrica e propriamente balcanica e quindi comprende sia ricette mediterranee, che continentali. Questa ricetta è tratta dal libro di ricette triestine, istriane e dalmate (la mia è una delle prime edizioni!) della mia nonna di Pola.

Ingredienti:
200g di miele
350g di farina
100g di zucchero
100g di fecola
1 uovo
50g di mandorle
50g di cedro
spezie (cannella, zenzero, noce moscata, chiodi di garofano)

Preparazione:
Intiepidite il miele fino a renderlo fluido e impastatelo con lo zucchero, la farina, la fecola, l'uovo, le mandorle sminuzzate, il cedro a pezzetti e tutte le spezie. Aggiungete un pizzico di sale, 2 cucchiai di ammoniaca in polvere sciolta in un po' di vino o liquore e lasciate riposare il tutto per una notte.
Il giorno dopo ricavate una sfoglia alta 0.5cm e ritagliate i biscotti con gli stampini. Collocate i biscotti su una lastra imburrata o coperta da carta da forno e cuocete a 200º per 20 minuti. I biscotti riusciranno duri, ma si ammorbidiranno spontaneamente.
- Silvia


Basler Brunsli
Fra i biscottini di Natale, non potevano mancare quelli Svizzeri, visto che ormai da più di un anno abito a Zurigo. A dire il vero in Svizzera si preparano diversi tipi di biscotti di Natale, ma fra tutti (Mailänderli, Zimtsterne, Spitzbuebe, Chräbeli, Läckerli...) ho scelto questi perché sono al cioccolato... e io adoro il cioccolato!!

Ingredienti:
150g zucchero
1 pizzico di sale
200g di mandorle in polvere (io ho usato le nocciole)
una punta di coltello di cannella
100g di farina
2 albumi montati a neve
100g cioccolato fondente
2 cucchiaini di Kirsch


Preparazione:
Mescolate in una ciotola lo zucchero e tutti gli ingredienti fino alla farina inclusa.
Montate a neve gli albumi e mescolateli all'impasto. Sciogliete a bagnomaria il cioccolato con il kirsch mescolando di tanto in tanto. Stendete l'impasto, ricavando una sfoglia dello spessore di 1cm, su una superficie cosparsa di zucchero; formate delle stelline con gli appositi stampini, posizionatele su una teglia rivestita di carta da forno e lasciate asciugare per 4-5 ore.
Cuocete 10 minuti nel forno preriscaldato a 250º a metà altezza. Una volta cotti, lasciarte raffreddare i biscotti su un una griglia.

Grazie mille a Zorra per avermi indicato il link alle sue ricette dei biscottini di Natale svizzeri e a Giovanna per avermi aiutato con la traduzione delle ricette dal tedesco!
- Silvia



Io, invece, vi propongo altre tre ricette. Una è tipica veneta, legata alla tradizione contadina, era l'antico pane dolce di Natale, preparato anche per la festa conclusiva dell'Epifania, alla quale è rimasto poi associato. Fino alla metà del secolo XX era preparato con un impasto di farine di frumento e granoturco, uva passita, fichi secchi, gherigli di noci, semi di finocchio, ridotto a forma di parallelepipedo molto basso, avvolto in foglie di verza e cotto sotto la cenere del focolare...Un dolce che faceva la nonna, che facevano le zie... che, il papà mi racconta, per molti anni era scomparso, ora è stato recuperato e viene riproposto da panifici e pasticcerie come un qualcosa di ricercato: la Pinza.

Pinza
Ingredienti:
500 g di farina gialla da polenta | 100 g di farina di frumento | 2 uova | 200 g di uvetta | 200 g di fichi secchi | una bustina di lievito | una manciata di semi di finocchio | 2 cucchiai di pinoli | 50 g di strutto o burro | 2 cucchiai di zucchero | un bel po' di latte

Una variante prevede l'utilizzo del pane raffermo, anziché della farina, e altre l'aggiunta di una mela grattuggiata e della scorzetta di un limone o di un'arancia non trattati.

Impastate insieme la farina gialla da polenta con la farina di frumento, le uova, l'uvetta ammorbidire in acqua tiepida, i fichi secchi ridotti in pezzettini, il lievito, i semi di finocchio, i pinoli, lo strutto (o burro), un po’ di latte per bagnare la pasta (che dovrà risultare piuttosto tenera, dato che la farina gialla per cuocere ha bisogno di assorbire tanto liquido). Mettete il composto in una tortiera ben unta di burro e fate cuocere in forno a fuoco moderato. Fate la prova delle stecchino per controllare il punto di cottura; quando uscirà asciutto vorrà dire che la pinza è cotta. Si mangia tiepida o fredda.



Le altre ricette invece sono americane, visto che devo cominciare a familiarizzare con i gusti e le tradizioni a stelle e strisce, in vista della mia futura partenza, l'anno prossimo. Una ricetta è proprio tipica, un must, direi: i Gingerbread. A Natale, in America e nei Paesi del Nord Europa, il gingerbread, un impasto speziato che si presta a realizzare decorazioni per l'albero e per la tavola e ha un sapore e un profumo assolutamente unici, è veramente d'obbligo.

Gingerbread
Ingredienti per n biscotti (dipende dalla misura)

Per l'impasto chiaro: 150 g di farina | 1 tuorlo | 85 g di burro, freddo e a cubetti | 3 cucchiai di miele liquido | 1 cucchiaino di cannella in polvere | 1/4 cucchiaino di zenzero in polvere | burro per la teglia.
Per l'impasto scuro: come per quello chiaro, sostituendo il miele con la melassa e unendo 50 g di cacao in polvere.
Per decorare: 1 albume | zucchero colorato | glassa | dragées argentate

Mettete la farina, la cannella e lo zenzero in un mixer, unite il burro ed impastate leggermente fino ad ottenere un composto della consistenza delle briciole. Aggiungete il miele ed azionate il mixer finché il tutto si amalgama e forma un impasto soffice.
Infarinate leggermente il piano di lavoro ed il mattarello e poi stendete l'impasto fino ad ottenere uno spessore di circa 5 mm. Ricavate le varie forme con i tagliabiscotti. Se intendete usarli come decorazione, usate uno stecchino di legno per praticare un foro in cima a ogni biscotto in modo da poterci poi infilare il nastro.
Disponete i biscotti sulla teglia imburrata distanziandoli leggermente e metteteli in frigorifero per 10 minuti. Fate cuocere in forno preriscaldato a 180º per circa 10 minuti finché risulteranno dorati. Lasciate intiepidire per 5 minuti e poi trasferiteli su una griglia di metallo a raffreddare completamente.
Una volta freddi, potete tenere i biscotti così come sono, oppure infilarci un nastrino, decorarli con della glassa o con le dragées argentate. Lasciate solidificare ed infine appendeteli all'albero!
Se li decorate è meglio consumare i biscotti entro 24 ore oppure conservarli in un contenitore ermetico e consumarli entro 4 giorni. I biscotti non decorati possono essere congelati per al massimo un mese.



L'altra è una ricetta che ho trovato in un libricino, Biscotti in Festa di Cucina Moderna: i biscotti di Natale di Sinclair Lewis, vincitore del premio Nobel e del Pulitzer, autore di Elmer Gantry.

Biscotti di Natale di Sinclair Lewis
Ingredienti per circa 24 biscotti

110 g di burro molto morbido | 150 g di zucchero semolato | 1 uovo grande, leggermente sbattuto | 150 g di farina | un pizzico di sale | 3 cucchiai di cacao in polvere | 1 cucchiaio di bourbon o di latte | 40 g di mandorle tritate

Raccogliete il burro morbido e lo zucchero in una ciotola e lavoratelo a crema con una frusta elettrica o con un cucchiaio di legno finché diventa cremoso; sempre sbattendo, unite l'uovo.
Setacciate la farina, il sale ed il cacao nella ciotola, unite il bourbon e le mandorle e mescolate bene con il cucchiao di legno.
Calcolando un cucchiaio colmo per biscotto, fate cadere l'impasto in montagnette sulla placca da forno imburrata, distanziandole bene tra loro.
Fate cuocere in forno preriscladato a 160º per 10-12 minuti finché si rassodano (non devono diventare dorati).
Lasciate intiepidire i biscotti sulla placca per 2 minuti e poi trasferiteli su una griglia di metallo a raffreddare completamente.
Conservateli in un contenitore ermetico e consumateli entro 4 giorni; in alternativa potete congelarli per un mese al massimo.

VerA







... ed ecco qui il nostro "cesto" di dolcetti natalizi internazionali!




Zabaione salva-tuorli

Dalla preparazione dei biscottini svizzeri mi sono avanzati dei tuorli, così, per non buttarli via (non sopporto gli sprechi!), ho deciso di preparare un mini-zabaione.

Ingredienti:
- tuorli
- 20g di zucchero per ciascun tuorlo
- vino (Marsala secco, o Porto, o Vin Santo, o Moscato) oppure liquore (Kirsch o Rum). Io ho usato il Kirsch dato che lo avevo adoperato per i biscottini

Preparazione:
Mettete i tuorli e lo zucchero in un pentolino di metallo e sbattete con una frusta fino ad ottenere una crema gonfia, chiara e spumosa. Unite il vino o il liquore continuando a sbattere, in modo che il liquido si amalghimi bene con il resto del composto.
Immergete il pentolino a bagnomaria in una pentola più larga riempita d'acqua fino a circa un terzo del pentolino. Cuocete a fuoco basso senza mai far bollire l'acqua.
Continuate a mescolare per una decina di minuti, comunque finché la crema non inizierà a gonfiarsi. Quindi versate lo zabaione in coppette di vetro e servite subito.

Glossario culinario IT - DE - EN:
uovo/uova, m./f. = das Ei/die Eier, n. = egg, n.
zucchero, m. = der Zucker, m. = sugar, n.
liquore, m. = der Likör, m. = liqueur/liquors, n.
vino, m. = der Wein, m. = wine, n.


sabato 22 novembre 2008

Orate sotto la neve

Oggi nevica di nuovo, la neve è quasi orizzontale a causa del gran vento.
Siamo tornati tardi dalla spesa e avevamo voglia di pesce, ma anche poco tempo, così abbiamo deciso di preparare due orate al sale!
È una ricetta semplicissima, quasi da non scrivere... ma le ho volute comunque pubblicare perché mi piaceva l'idea delle orate che sembrano coperte di neve, come il resto del paesaggio qui attorno.

Ingredienti:
2 orate medie
1kg di sale grosso

Preparazione:
Pulire le orate privandole delle interiora. Ricoprite il fondo di una teglia con metà del sale, quindi adagiatevi le orate. Ricoprite la superficie superiore delle orate con il restante sale grosso, schizzandoci sopra, con le dite bagnate, un po' d'acqua. Infornate a 200º per circa mezz'ora. Servite in tavola con tutta la teglia (è bello vedere le orate ricoperte di sale), ma rimuovete la gran parte del sale dalla pelle con la lama di un coltello prima di metterle sul piatto di portata. Condite con un filo d'olio extravergine d'oliva.






... orate innevate...


Tanti auguri a Geppina per il suo compleanno (che era ieri)!

Glossario culinario IT - DE - EN
orata, f. = die Dorade - die Goldbrasse, f. = gilt-head (sea) bream, n.

martedì 18 novembre 2008

Brownies altissimi fondenti senza burro

Oggi ero in fase creativa, cioè avevo voglia di cucinare. Poi, a dire il vero, ieri ho fatto una gaffe con un collega: gli ho promesso un cioccolatino in cambio di ben 4 consulenze, e alla fine i cioccolatini erano spariti!!! Oddio! Siamo dunque d'accordo che domani invierò un'altra richiesta di consulenza con un messaggio in codice, che significherà "venite a fare merenda"!!!
Invece dei soliti muffins (intendiamoci, non intendo soliti con un'accezione annoiata, tutt'altro!), volevo fare dei brownies perché quelli dell'altra volta erano paradisiaci! Scartabellando tra i blog amici, ho trovato una super ricetta di Qualcosa di rosso, e l'ho rielaborata.

Ingredienti


3 uova
140 g zucchero
2 cucchiaini da caffè di olio extravergine
250 g di cioccolato fondente
70 g fecola
130 g farina 0
1 bustina di lievito
3 cucchiai di liquore all'arancia o altro a piacere
un bicchiere scarso di latte
qualche goccia di limone per montare gli albumi

  1. Con una frusta, sbattere i tuorli con lo zucchero, aggiungere l'olio e sbattere ancora fino a creare un impasto leggermente spumoso.
  2. Aggiungere un cucchiaio di farina e mescolare, poi il liquore e mescolare immediatamente. Aggiungere un goccetto di latte, mescolare, poi il cioccolato sciolto a bagnomaria e lasciato intiepidire.
  3. Mescolare molto bene aiutandosi col latte. Aggiungere un po' alla volta le farine setacciate, alternando latte e farina e mescolando ad ogni aggiunta, quindi il lievito setacciato.
  4. Adesso unire gli albumi un cucchiaio alla volta: al primo cucchiaio potete anche mescolare brutalmente, ma dal secondo in poi bisogna amalgamare con dolcezza muovendo l'impasto dal basso verso l'alto, fino a completamento dell'albume.
  5. Ungere e infarinare lo stampo fino all'orlo. Versare l'impasto ed infornare a 170° per 55 minuti, nel ripiano medio-basso del forno. Trascorso questo tempo, abbassare la temperatura a 155° e cuocere per almeno altri 10 minuti. Sfornare, lasciar quasi raffreddare, capovolgere e servire.
P.S. Nel mio vecchissimo forno a gas, anche se imposto molto approssimativamente la temperatura tra 100 e 200º, bastano 40 minuti di cottura.

domenica 16 novembre 2008

Sarde gratinate & sogliole fritte

Anche questa domenica: pesce!
Avevo una gran voglia di sogliole, così ieri sono andata al banco del pesce, ma mi sono dimenticata di cercare sul dizionario come si dice sogliola in tedesco. Questo all'inizio non mi preoccupava perché la sogliola è un pesce così particolare che anche da lontano è facilmente riconoscibile, così ho scrutato il banco e ho letto al commesso il nome che era scritto sul cartellino di fianco ad una bella sogliola adagiata sul ghiaccio: "zwei Seezungen, bitte!".
Poi: ...PANICO!! Mi è sembrato infatti che il commesso prendesse tutt'altro tipo di pesce e ho iniziato a sudare freddo. Infatti lui non parlava inglese (e non credo nemmeno italiano, anche se non ho verificato) e il mio tedesco non è assolutamente ad un livello tale da potergli chiedere se veramente mi avesse dato quello che volevo, se Seezunge è davvero la sogliola. Allora ho sorriso e ringraziato cercando di nascondere il mio turbamento.
Non sono riuscita ad arrivare a casa col pensiero di che pesce avessi mai comprato... per un po' ho anche temuto di aver preso un pesce di lago (in tedesco si usa la parola See sia per dire mare che per dire lago, il che è davvero strano!). Allora appena fuori dal negozio ho chiamato Ru e gli ho chiesto di cercare sul dizionario: per fortuna Seezunge (letteralmente lingua di mare, quello che adoro del tedesco è che moltissime parole sono composte da altre parole che ne descrivono il senso, è tutto molto logico) vuole davvero dire sogliola!!

Questo è uno dei tanti episodi (ne parlavo prorpio ieri con gli amici con cui sono stata a cena, tutti nella mia condizione) che mi fa capire quanto sia difficile esprimersi in una lingua che non è la propria vivendo in un paese straniero.
Una volta quando incontravo qualche straniero in Italia la prima cosa che notavo era il suo accento, ora invece la prima cosa a cui penso è a quanto sia bravo a parlare italiano e ad esprimere quello che vuole, anche se a volte in un italiano non perfetto.
Io qui invece tante volte mi sento davvero ostacolata dal non parlare bene la lingua... è davvero difficile! E adesso mi trovo a fare sempre mille complimenti ai non italiani che parlano italiano! Vivere qui mi ha davvero sensibilizzato da questo punto di vista. Il mio problema è che purtroppo lavorando in un ambiente internazionale mi trovo a parlare tutto il giorno in inglese o a casa in italiano o con gli amici di solito sempre inglese, quindi, nonostante stia studiando tedesco, non riesco ad ingranare perché ho poche occasioni per usarlo (c'è anche da dire che in Svizzera parlano il tedesco svizzero che è anche molto diverso dal tedesco "ufficiale" e questo rende tutto più complicato).

Tutta questa dissertazione sui miei problemi di comunicazione è per dire che ho deciso di fare un piccolo glossario culinario dopo ogni post (e in fondo al blog) con gli ingredienti principali delle varie ricette in tedesco e magari anche in inglese, visto che mi sono accorta di non saper parlare di cibo nemmeno in inglese! (riuscirò a mantenere questa abitudine?)



Sarde gratinate

Visto che la settimana scorsa abbiamo rinunciato alle sarde per preparare le alici, questa settimana tocca alle sarde gratinate!

Ingredienti:
1kg di sarde fresche
aceto
100g di acciughe
olio extravergine d'oliva
capperi
prezzemolo tritato
succo di un limone
3-4 cucchiai di pangrattato
2 foglie di alloro sbriciolate.

Preparazione:
Pulite le sarde, lavatele e fatele scolare. Immergetele in aceto forte per 30 minuti, quindi sgocciolatele. Preparate una salsa con le acciughe salate, sfaldate nell'olio caldo, un cucchiaio di capperi, un mazzetto di prezzemolo tritato, il succo di un limone, 3-4 cucchiai di pangrattato e due foglie di alloro sbriciolate.

In una pirofila versate 2 cucchiai d'olio e copritelo con uno strato di sarde. Quindi distrubuite sulle sarde una parte della salsa, poi un altro strato di sarde e salsa. Coprite l'ultimo strato con abbondante pan grattato.

Cuocete a forno moderato per 30 minuti e fate gratinare ancora 5 minuti.


Ho ripreso questa ricetta da qui: si tratta di un sito molto ben fatto di ricette siciliane collegato al progetto Fattoria Bottega Siciliana che "si propone di riallacciare l'antico legame contadino-consumatore che negli anni, con l'avvento di supermercati e dei vari intermediari, si è quasi completamente dissolto.[...] Il progetto ad oggi è in fase di studio, conta di passare ad una fase sperimentale non appena si sarà formato un gruppo d'acquisto sufficientemente numeroso da coprire la capacità produttiva di una piccola fattoria."


Sogliole fritte

" 'Mproviso, tra palato e lingua, gli acchianò il sapore di una linguat appena fritta. Agglutì a vacante.
Aveva dieci ani quando sò zio se l'era portato per la prima e ultima volta a piscari con la lampada dopo aviri dovuto prigare la mogliere per una sirata sana sana. [...] 'N cima alla fiocina 'na linguata granni quanto unvrazzo sò, si dibatteva ammatula. Doppo un dù orate, che aviva pigliato 'na decina di linguate grosse, lo deciso addecise d'arriposarsi. "Avi pititto?" gli spiò Ciccino. "Tanticchia" "Priparo?" "Sì" Tirati i remi a bordo, aveva rapruto 'na sacca e ne aveva cavatofora 'na padeddra e un fornelletto a gas. 'nzemmula a una buttiglia d'oglio, un cartoccio sifarina e uno , nico, di sali. Lui taliava quei preparativi strammato. Come si faciva a mangiare a quell'ora di notti? [...] Appena le linguate si erano mise a friiri, l'aduri gli aveva fatto smorcare il pititto. Se l'era mangiata, tinnennola supra un foglio di giornali e abbrusciannosi la vucca e le mano. Nei quarantasei anni appresso, non aviva mai più ritrovato quel sapore."
Andrea Camilleri, da La pista di sabbia [pag. 77-80]

Ingredienti:
Sogliole
farina
olio
sale

Preparazione:
Pulire le sogliole e passarle nella farina. Quindi friggerle in olio abbondante e caldo su entrambi i lati. Servirle subito aggiungendo solo un po' di sale.








Glossario culinario IT - DE - EN

acciuga, f. = die Sardelle/n, f. = anchovy, n.
aceto, m. = der Essig, m. = vinegar, n.
cappero, m. = die Kapper/n, f. = caper, n.
farina, f. = das Mehl, n. = flour, n.
limone, m. = die Zitrone/n, f.= lemon, n.
olio, m. = das Öl, n. = oil, n.
pepe, m. = der Pfeffer, m. = pepper, n.
sale, m. = das Salz, n. = salt, n.
sardina, f. = die Sardine/n, f. = sardine, n.
sogliola, f. = die Seezunge/n, f. = sole, n.

Crostata al Cognac

Ieri sera ero invitata a cena con amici da Anna&Sandro. Sandro è geniale, non solo in cucina. Prepara sempre dei menu originali, piatti elaborati, abbinamenti insoliti, usa in modo elegante le spezie, creando sapori ricercati... Eh, ve l'ho detto che è un genio!
Ovviamente, per pubblicare un suo menu, aspetto la sua autorizzazione, intanto serbo le foto in ricordo di questa cena autunnale (in attesa che, se vorrà, mi mandi le ricette).

Il mio contributo è stato modestissimo, e oltretutto, non proprio ben riuscito... Nel senso che, secondo me, il ripieno al Cognac e cannella della torta che vi presento, doveva essere più fluido, in modo da incorporare completamente le mele, invece, nonostante abbia cercato di diluirlo, è rimasto denso e colloso, quindi difficile da distribuire. Per questo motivo, vi presento la ricetta originale, ma vi anticipo che probabilemente dovrete aggiungere latte e Cognac o ridurre le dosi di farina. Comunque la torta era buona, niente da dire, ma si sa, il cuoco non è mai soddisfatto al 100% e ricerca sempre la perfezione!

Ingredienti per 6 persone

Per la pasta:
260 g di farina | 160 g di burro | un tuorlo | 30 g di zucchero | sale
Per il ripieno:
250 g di mele Granny Smith | 120 g di farina | un uovo | 2 cucchiai di latte | 60 g di zucchero | 20 g di burro | 3 cucchiai di Cognac | un cucchiaino di cannella in polvere | zucchero a velo

Per la pasta, mettete 250 g di farina a fontana, ponete al centro un pizzico di sale, lo zucchero, 150 g di burro morbido a fiocchetti e il tuorlo. Amalgamate gli ingredienti, formate una palla, avvolgetela nell'alluminio e fatela riposare in frigo per almeno un'ora.

Per il ripieno, lavorate l'uovo con lo zucchero, unite la farina setacciata con la cannella, incorporate poco alla volta il latte e il Cognac, sempre mescolando, e infine unite il burro fuso.


Sbucciate le mele, privatele del torsolo e tagliatele a fettine sottili. Stendete la pasta nello spessore di 4 mm, trasferitela in uno stampo di 22 cm di diametro, imburrato con i 10 g di burro rimasti e infarinato, e bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta.

Versate uno strato di pastella al Cognac sul fondo della torta e ricopritelo con fettine di mele; ripetete gli strati fino ad esaurimento degli ingredienti. Spolverizzate la superficie della torta con abbondante zucchero a velo e ponete lo stampo in forno 180º per circa 45 minuti.


Tratto da SALE&PEPE, Novembre 2008

sabato 15 novembre 2008

Tortina di zucca, radicchio e cannella

Stasera siamo invitati a cena a casa di un'amica e dovrei portare qualcosa di antipasto... ma non è facile coniugare i gusti di tutti: infatti alla cena saremo due italiani, due francesi, una scozzese e una canadese... Di cui una vegetariana e un'altra a cui non piacciono il pomodoro e il basilico (com'è possibile?).
Pensa e ripensa ho deciso di preparare una torta salata con ingredienti non troppo "italiani" per cercare di soddisfare i gusti di tutti e con qualche verdura di stagione. Così mi sono imbattuta in questa ricetta di Cavoletto di Bruxelles.
Invece di fare delle piccole quiches, dato che il tempo stringe, ho deciso di preparare una torta salata utilizzando però il ripieno della ricetta di Cavoletto.

Ingredienti:
pasta sfoglia
1 radicchio piccolo
300g di zucca
1 cipolla
2dl di panna
parmigiano grattuggiato
50g di emmental grattuggiato
2 uova+1 tuorlo
un pizzico di cannella
noce moscata
sale & pepe


Tagliate il radicchio a listarelle, la zucca a dadini e affettate la cipolla. Scaldate 2 cucchiai di olio d’oliva in una padella, aggiungete la cipolla, lasciatela appassire per un minuto poi aggiungete il radicchio e la zucca. Aggiungete due cucchiai d’acqua e lasciate cuocere a fuoco medio/basso per una decina di minuti (la zucca deve rimanere un po’ croccante). A fine cottura, salate, pepate e aggiungete la cannella e una grattatina di noce moscata.
Versate la panna, le uova, il tuorlo e il parmigiano nel bicchiere del mixer e frullate. Salate e pepate. Riprendete la pasta, ritagliate i bordi e bucherellate il fondo della tortina con i rebbi di una forchetta. Distribuite la zucca e il radicchio sul fondo, completate con la panna e finite con un po’ di emmental grattuggiato. Infornate a 180° per 45 minuti, finché le quiches saranno ben dorate.



PS: per fortuna è piaciuta a tutti! E devo dire che è venuta davvero bene: morbida, facile da tagliare e le fette sono rimaste molto compatte!

martedì 11 novembre 2008

I carciofi come li preferisco!

Allora, io sono decisamente una di quelle persone che si possono definire "di bocca buona". Mangio di tutto da sempre, fin da piccola, quando il nonno si stupiva che mi potesse piacere il melone e ne mangiassi quantità industriali senza star male, anzi! La zia Marilisa mi invita a pranzo con soddisfazione perché dice che le faccia sempre onore (ed in effetti faccio sempre bis, qualche volta tris...). Ma se c'è una cosa che non ho mai sopportato sono i carciofi. La mamma li fa in tegame, trifolati, e il solo odore mi sconvolge :( Miracolo, però, un bel giorno ho assaggiato i carciofi crudi, voi non avete idea!!! Ne vado matta, ma proprio ghiotta! Non riesco a smettere di mangiarli... Tant'è, i carciofi cotti continuano a farmi ribrezzo, mentre crudi ne mangio a tonnellate, così che , questa nuova versione, prima sconosciuta alle nostre tradizioni culinarie, è entrata prepotentemente a far parte del menu, molto spesso!


Ingredienti

cuori di carciofo a volontà
limone
olio evo
sale e pepe
scaglie di grana

Tagliate il gambo dei carciofi e privateli delle fogliette esterne più legnose. Lavateli, asiugateli e tagliateli a fettine sottili. Cospargeteli di sale, pepe, limone ed un goccio d'olio. Decorate con scaglie di grana.

lunedì 10 novembre 2008

La pasta 'ncasciata della cameriera Adelina

Se mai dovrò scegliere il nome per un ristorante o una taverna, credo che fra le alternative ci sarà "la cucina di Adelina", naturalmente mi riferisco alla divina cameriera del commissario Montalbano... ebbene sì, il tentativo di riprodurre e assaggiare i sapori descritti così vividamente e efficacemente da Camilleri è ormai diventata un'abitudine, per non dire un'ossessione!...
Questa ricetta mi aveva stregata fin dalla prima volta che l'ho letta sul blog di Alex e Mari (tra l'altro se si cercano le immagini della pasta 'ncasciata sul web ci si imbatte sempre sulla foto di Alex!) e finalmente mi sono decisa a provarla! Non è esattamente dietetica, quindi nel caso siate a dieta è meglio che non continuate nella lettura del post...

"Andò a casa, si mise il costume da bagno, fece una nuotata lunghissima, rientrò, s'asciugò, non si rivestì, nel frigorifero non c'era niente, nel forno troneggiava una teglia con quattro enormi porzioni di pasta 'ncasciata, piatto degno dell'Olimpo, se ne mangiò due porzioni, rimise la teglia nel forno, puntò la sveglia, dormì piombigno per un'ora, si alzò, fece la doccia, si rivestì coi jeans e la camicia già allordati, arrivò in ufficio. "
Andrea Camilleri, da il cane di terracotta [pag. 120]


"A Marinella, dintra il forno una tenera e maliziosa pasta 'ncasciata (pativa di improprietà d'aggettivazione, non seppe definirla meglio) e se la scialò."
Andrea Camilleri, da il giro di boa [pag. 129]


Ingredienti:
300g. di magliette di maccheroncino (io ho usato un altro tipo di pasta perchè qui non si ha molta scelta..)
200g di tuma o caciocavallo fresco
200g di carne macinata
50g di mortadella o salame
2 uova sode
2 melenzane
100 gr. di pecorino grattugiato
salsa di pomodoro
mezzo bicchiere di vino bianco
basilico
olio, sale & pepe

Tagliate le melenzane a fette e friggetele dopo averle tenute per più di un'ora in acqua e sale. Soffriggete intanto il trito in un tegame, con olio abbondante, sfumate col vino e completate la cottura aggiungendo qualche cucchiaio di salsa di pomodoro.
Lessate la pasta, scolatela al dente e conditela in una zuppiera con la salsa di pomodoro. Prendete una teglia ben unta e spolverata di pangrattato e versatevi le magliette alternandole a strati con la carne tritata, le melenzane fritte, il formaggio grattugiato il basilico, le uova sode, la tuma ed il salame tagliati a fette.
Chiudete l'ultimo strato di pasta con melenzane, salsa e molto cacio.
Passate al forno caldo per circa 20 minuti. Il formaggio, sciogliendosi al calore del forno, formerà una leggera crosta dorata (da cui il nome 'ncasciata, da cacio).

Questa ricetta è tratta dal sito vigata.org che a sua volta riprende la ricetta da "La cucina tradizionale siciliana" di Anna Pomar.




Approfitto di questo post anche per dirvi che Lo di Galline2ndlife sta preparando la sua tesi di laurea e ha chiesto la collaborazione degli altri blogger invitandoli a raccontarle cosa significa per loro scrivere nel blog.
Se volete anche voi aiutarla e comunque volete maggiori informazioni cliccare sulla foto qui a destra.
Noi le abbiamo già scritto e adesso le facciamo un po' di pubblicità!

Lo, un grosso in bocca al lupo per la tesi da parte nostra!

Silvia e Vera

i più cucinati della settimana

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ipse dixit...

  • meglio un asino vivo che un dottore morto! (zia laura)
  • quel che non strangola... ingrassa! (zia laura)
  • non ti curar di lor, ma guarda e passa (dante alighieri)
  • the most important thing is to enjoy life - to be happy - that's all that matters (Audrey Hepburn)
  • ho imparato tante cose qui... non solo a cucinare, ma una ricetta molto più importante: ho imparato a vivere. Ho imparato ad essere qualcosa di questo mondo che ci circonda, senza stare lì in disparte a guardare... (dal film Sabrina)
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gocce di rugiada

  • one step at the time
  • siamo qua tre giorni con ieri l'altro
  • chi semina vento raccoglie tempesta
  • chi semina raccoglie
  • chi si ferma è perduto
  • tutto il mondo è paese
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